Cross-Linking è una nuova tecnica di trattamento del cheratocono sviluppata in Germania e Svizzera, ampiamente utilizzata in molte cliniche avanzate in Europa. Il Cross-Linking prevede la creazione di legami tra le fibre collagene dello stroma. La procedura sfrutta l’effetto combinato della riboflavina e dei raggi ultravioletti, con l’obiettivo di aumentare la connessione tra le fibre e la loro resistenza meccanica. Grazie a questa tecnica è possibile rallentare, e talvolta anche fermare, il processo di progressione della malattia di cheratocono ed evitare il bisogno di trapianto di cornea.

La procedura di cross-linking è assolutamente indolore, viene eseguita su base ambulatoriale, impiega circa 90 minuti (per un occhio).

  • Nella prima fase della procedura viene instillato un collirio speciale, contenente il componente fotosensibile che di solito è la riboflavina che penetra all’interno della cornea.
  • Nella cornea imbibita di riboflavina la luce ultravioletta produce la formazione di legami tra le fibre collagene, rendendo la cornea più resistente, che rallenta il suo ulteriore assottigliamento e flessione al centro. Pertanto, la progressione del cheratocono si ferma e la rifrazione dell’occhio rimane stabile.

È importante sapere che con la tecnica di cross-linking non va migliorata la rifrazione, la procedura è mirata solo a rafforzare la cornea, ma non alla correzione ottica del cheratocono. L’effetto dura 4-5 anni, dopo di che in alcuni casi è necessario ripetere l’intervento.  

A seguito di studi clinici sulla procedura di cross-linking condotta in 5 paesi europei, non è stato osservato alcun effetto patologico dell’esposizione alla radiazione ultravioletta sul cristallino o sulla retina dell’occhio.

Per migliorare la rifrazione dell’occhio e l’acuità visiva, la procedura di Cross-Linking può essere combinata con l’impianto dei semianelli intrastromali NTACS per ottenere l’effetto di appiattimento della parte centrale della cornea.

Nei casi di tale trattamento combinato, è possibile ottenere risultati clinici eccellenti con la stabilizzazione della malattia progressiva.

Domande frequenti sulla tecnica di cross-linking:

Quando e in quali casi è raccomandata la procedura di cross-linking?

-lo stadio 1-2 del cheratocono con la progressione della malattia.

Come viene effettuato il trattamento e quanto tempo dura?

La procedura è suddivisa in 8 fasi consecutive e dura circa 45 minuti.

Fase 1: Premedicazione dell’occhio con instillazione di gocce che restringono la pupilla 30 minuti prima della procedura.

Fase 2: anestesia locale a goccia (4 instillazioni entro 15 minuti prima della procedura).

Fase 3: installazione del blefarostato e disepitelizzazione della cornea.

Fase 4: Instillazione gocce di lidocaina.

Fase 5: Instillazione di gocce di riboflavina fosfato, 10-15 minuti prima dell’inizio della radiazione UV (3-4 gocce ogni 2-3 minuti).

Fase 6: instillazione di soluzione di riboflavina e inizio dell’esposizione ai raggi UV della cornea, controllato in tempo reale tramite un monitor di laser. 

Fase 7: continua instillazione del collirio, ogni 2-3 minuti durante l’intero tempo di esposizione al laser, che dura 30 minuti.

Fase 8: Lavaggio della superficie corneale, instillazione del collirio antinfiammatorio e applicazione della lente a contatto terapeutica sulla cornea. La lente verrà rimossa dopo 5 giorni.

Quali sono le controindicazioni per la procedura di Cross-Linking?

  1. Pazienti con spessore corneale inferiore a 400 micron nel punto più sottile.
  2. I pazienti con infezione erpetica, processi infiammatori della cornea (cheratite) e deficit del film lacrimale (sindrome dell’occhio secco) non sono candidati per il cross-linking.

Quali sono i vantaggi di questo trattamento?

-Rallentamento della progressione del cheratocono, stabilizzazione della rifrazione, «prevenzione» della necessità di trapianto corneale.

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